Siamo abituati a vederlo tutti i giorni ma, come quasi tutte le sostanze, il sodio ha degli effetti sul nostro corpo.
Innanzitutto il sale aumenta la pressione arteriosa e, quindi, favorisce l’insorgenza di gravi malattie cardiache e cerebrali dovute all’ipertensione. In più, non si esclude un collegamento tra l’utilizzo del sale e diversi tumori dell’apparato digerente, all’osteoporosi e alle disfunzioni renali
Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato a 5 grammi e mezzo (ovvero 2 grammi di sodio) la soglia massima per l’assunzione giornaliera di sale. Ma come si fa a calcolare la quantità giusta di una sostanza così impalpabile e leggera?
Primo passo: capire da dove il sale arriva. Il 64 per cento viene da prodotti alimentari già pronti (prodotti da forno, verdure e alimenti in scatola, salumi e formaggi). Il 36 per cento dall’uso domestico, a tavola e in cucina.
3 le regole d’oro:
1) controllare le etichette dei prodotti alimentari
2) lavare verdure e alimenti in scatola
3) sostituire progressivamente il sale con altri ingredienti come limone, aglio, erbe. Il palato si abitua.
E questo è importante, soprattutto per i bambini che si abituano a mangiare con poco sale.
Qui l’articolo del Ministero della Salute, qui un approfondimento.